STORIE DELL'ALTRO BASKET - Il Big Ben suona ancora
Poche storie di sport ci affascinano quanto quella Ben Camey Wallace. Ieri sera al Palace of Auburn Hills, casa dei Pistons da ormai 28 anni, è andata in scena una emozionante cerimonia che ha visto protagonista lui, Big Ben, davanti ad un palco gremito di amici ed ex compagni di squadra tra i quali, ovviamente, i “Fab 4”: Chauncey Billups, Richard Hamilton, Tayshaun Prince e Rasheed Wallace, con i quali componeva il quintetto più romantico del basket moderno.
- 4x NBA All Star. Tutto bene, se non fosse che nel ’96, a draft concluso, di fianco al suo nome c’era una scritta: UNDRAFTED.
Ah, tra l’altro non ha mai giocato in un college di Division I ed è stato tagliato dopo qualche provino alla Viola Reggio Calabria.
- 4x NBA Defensive Player of the year. Unico ad ottenere questo risultato insieme a lui: Dikembe Mutombo. Piccolo particolare, Wallace lo ottenne in un lasso di soli 5 anni.
- 2x NBA leader in rimbalzi, sia a partita (2002, 2003) che totali (2001, 2003).
NBA leader in stoppate a partita e totali (2002). Cosa c’è di strano in queste? E’ un centro, è il suo lavoro, no?! NO.
Sebbene fosse registrato come 6’9 con le scarpe (206cm), già molto undersized per un ruolo, quello di centro, un cui la media NBA segna 212cm senza scarpe, lo stesso giocatore nativo dell’Alabama dichiarò di essere solo 6’7, 201 cm. Per dare un’idea Rip Hamilton, la guardia della sua squadra, era alto uguale. Fenomenale.
- 2004 NBA Champion. Una cavalcata con, sentimentalmente parlando, pochi eguali. Ha stoppato tutto e tutti, ha lottato come un leone, ha fatto tremare il Palace con le sue giocate di energia pura. Ha dato il cuore per riuscire a contenere i due O’Neal, Jermaine e Shaq, a quest’ultimo ha anche segnato 18 punti e catturato 22 rimbalzi in faccia, nella decisiva gara 5 per il titolo. L’Afro più temuto dei parquet di tutto il mondo.
Cresciuto come decimo di undici fratelli, senza padre e con la sola madre a prendersi cura di tutti. Ha imparato a giocare senza tirare perché i 7 fratelli maggiori gli dicevano “Se vuoi la palla devi rubarcela o prendere i rimbalzi, noi non te la passiamo”.
Uno dei tanti aspetti difficili della sua infanzia l’ha portato ad esser quello che è oggi, un probabile Hall of Famer. Underdog se ce n’è uno. Un altro della casata degli outsider gli ha dedicato una bellissima lettera, stiamo parlando di Draymond Green: altro undersized, altro lavoratore vero, altro giocatore di fatica e di cuore.
“Grazie, Mr. Wallace, per avermi dimostrato che è possibile arrivare in NBA e far sfaceli pur essendo troppo piccoli (fisicamente)! Spero ci sia un bambino che, vedendomi giocare, si chieda le stesse cose che mi sono chiesto io (guardandoti), rendendosi conto che nessun uomo ha la capacità di giudicare ciò che è nel cuore di un altro uomo!
Congratulazioni, Big Ben”.
Non è un caso che il giocatore dei Warriors abbia avuto come idolo di infanzia lo Stesso Big Ben. Il vero riconosce il vero, dicono.
L’esempio è qui sopra.
Qui sotto, invece l’urlo che risuonerà nella nostra testa per sempre.