Stephen Curry: "Il Michael Jackson della NBA? Preferisco il paragone con Leo Messi"
Dopo la storica 16esima vittoria consecutiva dall’inizio della regular season, il leader dei Warriors Steph Curry è stato intervistato dai media di tutto il mondo (tra i quali la “Gazzetta dello Sport”), rispondendo così al paragone fatto da Isiah Thomas tra lui e Michael Jackson:
“Michael Jackson? Preferisco essere accostato a Leo Messi. Abbiamo entrambi uno stile creativo, una sensibilità che mostriamo sul parquet o in mezzo al campo.
Sto cercando di fare giocate fantasiose con entrambe le mani, facendo crossover e mettendo fascino nel mio gioco, che è esattamente quello che fa Messi durante le sue partite. Amo vederlo giocare, sono un suo grande fan ed è il ragazzo che vuoi veder giocare, perchè non sai mai quello che stia per fare. Questo genere di talento va apprezzato.”
Oltre al paragone con Messi, ha parlato anche dei record futuri…:
“Per noi è importante pensare a obiettivi raggiungibili. Nessuno ha parlato di questo record prima della 12esima partita. Siamo a conoscenza che in NBA tutto possa accadere, e che le squadre migliori pensano sempre alle singole sfide. Sono stato tra i primi a menzionare il record delle 33 vittorie consecutive e continueremo a giocare a questi livelli per cercare di raggiungerlo, anche se non se ne parlerà con convinzione prima dell’eventuale 30esimo successo. Se non lo raggiungeremo, comunque, non rimarremo delusi”.
…del titolo di MVP…:
“Vincere il titolo di MVP è stato un sogno che si è realizzato, così come vincere il titolo NBA; ha alimentato la mia voglia di vincere, anche se so che devo vivere nel presente. Sono un perfezionista e cerco di tenere un alto livello di gioco, così alla fine di ogni partita, anche se ho segnato 50 punti, se le palle perse sono superiori a 3 mi sento deluso. Cerco sempre di giocare la partita perfetta, e forse un giorno ci riuscirò”.
…della squadra…:
“Siamo più forti della passata stagione: dobbiamo sfruttare questo ottimo inizio per raggiungere i playoff il prima possibile. Le squadre contro di noi giocano al meglio, per cercare di spodestare i campioni; noi dobbiamo cercare di continuare a fare il nostro gioco, perchè quando lo facciamo, succedono cose buone, come il record 16-0”.
…e infine della famiglia:
“Mia moglie ed i miei figli mi sostengono molto. In qualsiasi modo io giochi, loro ci sono. Averli vicini mi ricorda che esistono cose più importanti della pallacanestro ed è meraviglioso condividere la mia vita cestistica con loro; so quanto è importante per i miei figli che io lo faccia, l’ho imparato da bambino nei 16 anni di carriera di mio padre”.