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Started from the top, now we 're here - Il calvario di Indiana e OKC

Dalle finali di Conference alla zona lottery della classifica:
non poteva esserci inizio di stagione più traumatico per gli Oklahoma City Thunder e gli Indiana Pacers che sono accomunate da un record estremamente negativo ( 3-6) e da una gran dose di sfortuna.

Ma procediamo con ordine:

Il calvario degli Indiana Pacers è cominciato nel momento in cui Paul George ha riportato una terribile frattura esposta alla gamba destra durante il ritiro pre-mondiale del team USA, che ne ha pregiudicato la stagione. E con essa, salvo sorprese, le speranze di titolo dei Pacers.
Poco prima infatti la squadra di Indianapolis aveva perso Lance Stephenson, accordatosi con gli Charlotte Hornets, e con l’assenza forzata di George almeno fino alla fine della Regular Season si apprestava dunque ad iniziare la stagione senza i due migliori realizzatori dello scorso anno.

Ma non è finita qui, perché da poco prima della prima partita stagionale hanno marcato visita anche George Hill, David West, CJ Watson e i nuovi arrivati Rodney Stuckey e CJ Miles: con una tale serie di infortuni Indiana è al momento rimasta fuori dalla zona della classifica che garantisce l’accesso ai playoff.
Dei titolari è rimasto il solo Roy Hibbert a cercare di mantenere la squadra competitiva, anche se è da registrare l’apporto positivo dei comprimari Solomon Hill e Donald Sloan.

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Il veterano David West sarà fondamentale per le ambizioni di Indiana.

In questo cupo contesto, l’unica fortuna dei Pacers rimane il gran lavoro compiuto sul gioco di squadra da coach Vogel negli ultimi anni, come si evince anche dalle recenti dichiarazioni di Hibbert:

Sto cercando di avere un impatto al massimo delle mie capacità, sia che si tratti di passare e fornire blocchi ai compagni in attacco o andare a rimbalzo e stoppare tiri in difesa.”

In effetti la squadra, pur penalizzata dai risultati, ha perso una sola partita per più di dieci punti (ad Atlanta, contro i coriacei Hawks) e ha forzato Washington all’overtime. I tifosi dei Pacers possono dunque sperare che la squadra riesca ad assorbire l’impatto di questo inizio di stagione grazie ad un collaudato sistema di gioco, come dimostra anche la vittoria su un campo ostico come quello di Miami.
In ogni caso il clima nello spogliatoio è improntato ad un cauto ottimismo:

Negli scorsi anni si trattava di raggiungere una delle posizioni più alte ad Est” ha dichiarato il veterano David West; “Ovviamente adesso non è così ma dobbiamo continuare ad avere fiducia e a lottare. Siamo ad Est, non ad Ovest: abbiamo una possibilità.”

 

Discorso simile e, allo stesso tempo, diverso per gli Oklahoma City Thunder.
Dopo una Regular Season eccellente con Durant nominato MVP, la squadra ha iniziato a mostrare qualche segno di cedimento già durante i playoff. Simbolica la serie contro Memphis, in cui sono emerse diverse lacune tattiche nel piano di gioco di coach Brooks, ma alle quali hanno sopperito delle grandi prestazioni da parte di Durant, Westbrook e dell’emergente Reggie Jackson.

L’offseason in Oklahoma è trascorsa in maniera abbastanza anonima, almeno finché non è giunta la prima tegola: Kevin Durant fermo fino ai primi di dicembre, per quasi il 25 % dell’intera stagione. Poi il tracollo, con i lettini dell’infermeria occupati da Reggie Jackson, Jeremy Lamb, Anthony Morrow e Mitch McGary.

OKC ha cercato di tenere botta con delle buone prestazioni individuali da parte di Westbrook e dei comprimari chiamati in causa (Perry Jones ha messo a referto addirittura 32 punti nella sconfitta contro i Clippers), che sono state funestate da ulteriori e infortuni, primo fra tutti quello subito dallo stesso Westbrook (frattura alla mano) che lo terrà fuori fino a metà dicembre, ma anche quelli del sopra citato Perry Jones e di Andre Roberson, di entità minore.

Reggie Jackson
Reggie Jackson ha migliorato molto il suo gioco nel corso dell’ultima stagione

Con Durant e Westbrook fuori dai giochi, almeno per adesso, è toccato all’appena rientrato Reggie Jackson prendere in mano la situazione e diventare il go-to­ guy della squadra:

E’difficile da credere che così tanti compagni siano fuori, soprattutto per così tanto e con infortuni gravi” ha dichiarato il giovane play dei Thunder, nativo di Pordenone, che ha totalizzato 21.8 punti, 7.4 assist e 4.3 rimbalzi di media da quando è sceso in campo.
Dal punto di vista mentale è stato molto stressante, all’inizio. Ma quando riavremo tutti gli indisponibili possiamo mettere 120 punti a partita” ha poi aggiunto con ottimismo.

Simili dichiarazioni sono arrivate anche da Kendrick Perkins:

Dobbiamo cercare di tenere duro fino a quando non arrivano i rinforzi. E’dura, non averli in squadra è una cosa che pesa, per questo dobbiamo cercare di ottenere più vittorie possibili. Dovremmo tenere un record di 0.500 circa finché non tornano disponibili, poi possiamo vincere anche 10 gare di fila.”

 

Chi tra OKC e Indiana potrebbe raggiungere più facilmente un posto ai playoff?
La risposta è che probabilmente entrambe hanno le carte in regola per farcela. Ma ho detto probabilmente.

Oklahoma può contare su due giocatori straordinari come Durant e Westbrook, che sono in grado di trascinare la squadra verso la vittoria da soli, ma molto dipenderà dalla loro condizione fisica una volta ritornati dai rispettivi infortuni. Inoltre è necessario che gli altri talenti, come Ibaka e Jackson, trovino continuità nel rendimento, perché quest’anno l’Ovest non perdona. Una volta raggiunti i playoff tutto può succedere, soprattutto se in una delle posizioni “di mezzo”.

Indiana invece può e deve puntare tutto sul gioco di squadra, che può fare la differenza con squadre ancora alla ricerca di un’identità di gioco (come la maggior parte delle squadre dell’est, ahimè). Ciò risulterà ancora più agevole con il ritorno di Hill e West, che il sistema di gioco di Vogel lo masticano da tempo, ma la sensazione è che in ogni caso la squadra difficilmente riuscirebbe a passare il primo turno.
Solo il tempo può dirci cosa riserverà la stagione per queste due squadre, che aspirano a tornare grandi e a lottare per il titolo il prima possibile.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone