Continua a volare Memphis, mentre i Bulls espugnano Toronto. Torna alla vittoria Golden State. I Mavs schiantano i Sixers
SACRAMENTO KINGS @ MEMPHIS GRIZZLIES 110-111
Un buzzer-beater di Courtney Lee (16 punti) permette ai Grizzlies di confermarsi in vetta alla Western Conference (e alla Lega) con l’8° W di questo splendido avvio di stagione; quella di stanotte, inoltre, è la 18 vittoria interna consecutiva in regular season al FedExForum per Memphis. Momento di appannamento, invece, per Sacramento, giunto alla 4 L di stagione, 3° consecutiva. Eppure, come a Dallas i Kings sono partiti a cannone, imponendo un primo quarto da 38-16 ai padroni di casa, con Cousins (doppia doppia da 22 e 12 rimbalzi) e Gay (25 punti a referto) letteralmente immarcabili, autori di 25 punti in coppia nel periodo d’apertura. Dopo neanche 4’ di gioco, gli ospiti sono avanti 14-2; a 5’15” dalla sirena, il vantaggio si è dilatato fino al +17 (23-6); con un jumper di Cousins, Sacramento tocca anche il +25 (33-8 a 3’03”). I Grizzlies, a partire dal secondo quarto, provano a reagire, alzando il ritmo e le percentuali offensive, ma i californiani, bene o male, mantengono un ampio margine. Con due liberi di Koufos (8 per lui in totale), la franchigia del Tennessee rientra sul -13 (45-32 a 6’03” dall’intervallo lungo); i liberi di Landry e Gay, più il jumper di McLemore (17 punti) riportano gli ospiti sul +21 (55-34 a 3’53”). Al termine dei primi 24’ di gioco, il tabellone recita 62-46 Kings. Nel terzo periodo il copione non muta; anzi, sembra che Sacramento riesca a mettere in ghiaccio l’incontro. Memphis commette molti falli sui tiri dei giocatori ospiti, mandandoli spesso e volentieri in lunetta. Con un McLemore presente (7 punti in avvio di secondo tempo), i Kings vanno nuovamente sul +24 (78-54 a 7’18” dall’ultimo intervallo); la premiata ditta Gasol-Randolph prova a non far deragliare definitivamente Memphis, mettendone a segno 19 su 30 di squadra nel periodo. Una tripla di Collison quasi sulla sirena, però, manda gli ospiti, a 12’ dalla fine, su un apparentemente rassicurante 91-76. Dopo che Stauskas, in apertura di ultimo quarto, con una tripla regala ai suoi anche il massimo vantaggio (+28, 94-76), i Grizzlies provano pian piano a rifarsi sotto, ma Cousins è implacabile, realizzando in jumper (su assist di Sessions) il canestro del +18 a 7’50” dalla fine (101-83). Sembra fatta, ma Memphis mostra di avere grande cuore e grande carattere, riuscendo in una rimonta ai limiti dell’impossibile. I liberi di Lee e Conley (i protagonisti del break decisivo) danno lo start al 5-23 che, in 6’29”, permette ai padroni di casa di impattare sul 106-106, grazie ad un layup proprio del play di Fayetteville, quando mancano 1’31” da giocare. Le squadre avvertono la tensione del momento, tanto che i successivi quattro tiri vengono sbagliati; il più lucido sembra il solito Cousins, il quale prima stoppa Randolph (compreso il rimbalzo difensivo) poi mette il jumper del 108-106 (24” dalla sirena finale). Conley, però, è caldissimo, trovando la tripla del sorpasso con 10” da giocare (108-109). Coach Joerger decide di spendere subito un fallo, con Gasol che manda in lunetta Cousins, al quale la mano non trema: 2/2 e nuovo vantaggio Kings (110-109). Randolph sbaglia il tiro a 2” dalla sirena, e Marc Gasol commette fallo su McLemore; sembra finita, ma clamorosamente il 21enne prodotto di Kansas University fa 0/2, regalando un’ultimissima chance ai padroni di casa. Dopo l’ovvio time out, va Gasol a battere la rimessa; sia Gay che Thompson sono lì a disturbare la ripresa del gioco, lasciando clamorosamente solo Lee, il quale riceve il passaggio dal centro spagnolo e in reverse layup fa esplodere il FedExForum.
SACRAMENTO KINGS (5-4): Gay 25, J. Thompson 6, Cousins 22 (12 reb), McLemore 17, Collison 20, Casspi, Landry 10, R. Evans 2, Stauskas 3, Sessions 5, Hollins, R. McCallum, Derrick Williams
MEMPHIS GRIZZLIES (8-1): T. Prince 2, Randolph 17, M. Gasol 20, T. Allen, Conley 22 (11 ast), Udrih 4, C. Lee 16, Pondexter 3, Koufos 8, Leuer 8, Carter 11, J. Adams, Calathes, Stokes
CHICAGO BULLS @ TORONTO RAPTORS 100-93
Il match più interessante della notte NBA va in scena all’Air Canada Center di Toronto, dove si sfidano le due migliori squadre della Eastern, in questo inizio di campionato. Grazie ad un super 3° quarto, a spuntarla sono i Bulls che, trascinati dalla doppia doppia di Pau Gasol (27 e 11 rimbalzi) e dai 41 punti della coppia Butler-Rose, eguagliano il record dei canadesi (7-2), confermandosi imbattibili, finora, in trasferta (5-0). Primo ko interno, invece, per i canadesi, i quali pagano la prova opaca di DeRozan (10 punti con un disastroso 17.6% dal campo (3/17)), non bastando i 20 punti di Lowry e i 16 di James Johnson. Il primo quarto è all’insegna dell’equilibrio: nessuna delle due squadre riesce a creare un margine significativo e, al primo riposo, il punteggio dice 25-24 per gli ospiti. Il secondo periodo vede i Raptors prendere l’iniziativa, con un James Johnson che sale in cattedra (12 punti nel periodo), guidando il 2-11 che permette ai padroni di casa di issarsi sul +8 (27-35 a 7’07” dalla sirena di metà partita). Chicago tenta la reazione, trascinata da un Pau Gasol che, negli ultimi 4’31” di gioco, fa praticamente tutto lui, realizzando 13 punti consecutivi; Toronto risponde colpo su colpo, soprattutto dalla lunga distanza (triple di Lowry e Patterson), andando all’intervallo lungo avanti di 7 (45-52). Il terzo periodo rappresenta la svolta dell’incontro, che gira decisamente in favore dei Bulls. Nella prima parte di periodo, i protagonisti sono Rose e, ancora, Gasol, autori di 14 punti in due che, uniti alla bomba di Dunleavy, riportano avanti ai Bulls (63-59 a 5’16” dalla sirena); Amir Johnson, con 5 punti di fila, prova a tenere in scia i suoi (70-66 a 3’01”). Da quel momento, però, i Raptors non trovano più la via del canestro, a differenza dei ragazzi di Thibodeau, che piazzano un break di 10-0, con il quale il periodo termina 80-66. In avvio di quarto periodo, Noah e Gibson firmano il massimo vantaggio Bulls (+18, 84-68), replicato da Rose a 5’03” dalla fine (92-74). I Raptors, spinti dal pubblico, non ci stanno e, guidati da Lowry, realizzano un parziale di 1-14 che riapre il discorso (93-88 a 1’44”). Dopo un botta e risposta tra Butler e James Johnson, Ross commette un fallo su un tentativo da 3 di Dunleavy; il 34enne texano fa 2/3, portando i suoi sul +7 a 58” dalla sirena (97-90). E’ la parola fine sulla partita, con Butler che, ancora dalla linea della carità, fissa il punteggio sul 100-93 per Chicago.
CHICAGO BULLS (7-2): Dunleavy 14, P. Gasol 27 (11 reb), Noah 6, Butler 21, Rose 20, Gibson 10, Hinrich 2, Brooks, McDermott, Mirotic, Moore, Mohammed, Snell
TORONTO RAPTORS (7-2): Ross 12, A. Johnson 14, Valanciunas 8, DeRozan 10, Lowry 20, Patterson 3, L. Williams 3, Vasquez 7, J. Johnson 16, Hansbrough, Hayes, Nogueira, Stiemsma
PHILADELPHIA 76ERS @ DALLAS MAVERICKS 70-123
Continua il clima di festa in quel di Dallas. Dopo aver omaggiato il record di Nowitzki nella vittoria contro i Kings, la squadra di coach Carlisle ha letteralmente demolito i malcapitati 76ers, ottenendo il successo più largo nella storia della franchigia, un +53 che resterà negli annali e vale la 6° W del campionato. Tutti i 13 componenti del roster sono andati a segno per i Mavs, con il solito immarcescibile Wunder Dirk a fare da best scorer (21 punti). Dall’altra parte, c’è il buio più completo: Philadelphia è l’unica squadra a non aver ancora vinto una partita (0-8) e la prestazione di stanotte è stata davvero imbarazzante, con il primo tempo chiuso addirittura sotto di 73-29. L’unico a salvarsi relativamente, nello scempio attuale che sono i 76ers, è stato l’esordiente (in questa stagione) Carter-Williams, autore si di 19 punti, ma con un plus minus di -37. Passiamo alla partita, per quanto poco ci sia da dire. Con un Nowitzki subito in evidenza (9 punti nel periodo), Dallas si porta sul 4-12 dopo 3’54” di gioco; il time out chiamato da coach Brown non desta i suoi, che dopo altri 4’ hanno visto raddoppiare lo svantaggio (7-23 a 4’41” dalla sirena). Dallas continua a giocare e a segnare, mentre Phila, praticamente, non è scesa sul parquet; dopo 12’, i Mavs sono avanti 10-38! La prima metà di secondo periodo vede il protrarsi dell’agonia dei Sixers, che, a 6’47” dal riposo, si ritrovano sotto di 40 punti, avendone messi a referto la miseria di 14 (14-54). Philadelphia prova a combinare qualcosa, ma non appena Dallas accelera, prende delle imbarcate paurose. E’ Nowitzki, con due liberi sul finire di parziale, a sancire il +44 (29-73) con cui si chiude un primo tempo quasi irreale, che rende i secondi 24’ un lungo garbage time. Ultima nota: il massimo vantaggio viene toccato dai Mavericks a 45” secondi dalla fine, con il gioco da tre punti di Crowder, che vale il momentaneo +58 (65-123).
PHILADELPHIA 76ERS (0-8): Mbah a Moute 4, H. Thompson, Sims 4, McDaniels 8, Wroten 11, Noel 5, Carter-Williams 19, Sampson 8, C. Johnson 4, Davies 5, Gordon 2
DALLAS MAVERICKS (6-3): Parsons 14, Nowitzki 21, Chandler 9 (10 reb), Ellis 17, Nelson 2, D. Harris 7, B. Wright 14, Aminu 3, Barea 7 (11 ast), Crowder 6, G. Smith 5, R. Jefferson 8, Villanueva 10
BROOKLIN NETS @ GOLDEN STATE WARRIORS 99-107
Dopo le sconfitte con Suns e Spurs, che avevano interrotto la serie iniziale di 5 vittorie consecutive, Glden State ritrova la W (3-1 alla Oracle Arena), grazie ai 25 punti di Thompson e ai 17 realizzati sia da Curry che da Draymond Green, oltre alla doppia doppia di Bogut (14 e 11 rimbalzi). Niente da fare per i Nets, alla 4° L stagionale (1-3 in trasferta), ai quali non sono sufficienti i 23 punti dalla panchina dell’ex Jack e i 36 punti, equamente distribuiti, della coppia Lopez-Williams. L’inizio di partita vede cominciar bene gli ospiti, con Brook Lopez che mette molto in difficoltà i Warriors sotto le plance; è proprio il 26enne prodotto di Stanford a firmare il +6 (20-14 a 7’03”), mettendone a referto 12 nel solo primo quarto. Come sempre, sono i tiri da tre a permettere ai padroni di casa di stare nel match, con Green, Barnes e Thompson già caldi. Dopo alcuni minuti punto a punto, è Jarrett Jack a firmare il canestro che manda le squadre al primo intervallo sul 36-32 Nets. Ancora Jack parte fortissimo nel 2° quarto, mettendone 8 in fila; Brooklyn, però, dopo aver toccato il +5 (49-44 a 6’18” dalla sirena), subisce un break pesante di 6-22 da parte di Golden State, con Green e Thompson protagonisti. Al 24’, il tabellone dice 55-66 per i Warriors. Nonostante qualche difficoltà in attacco, nel terzo periodo Golden State controlla bene i tentativi di rimonta ospite, con Curry che decide finalmente di entrare nel match, realizzando 8 punti nel quarto (contro 2 a referto fino a quel momento). Dall’altra parte, invece, sono Joe Johnson e Plumlee a cercare di ricucire lo strappo, ma il divario tra le due squadre non scende mai sotto la doppia cifra, con Curry che, a 5’07” dall’ultima pausa, mette il tiro del +15 (65-80). Nets e Warriors si presentano all’ultimo periodo sul 75-87 per Golden State. Jack e Lopez tentano la remuntada e Bogdanovic, dalla lunga distanza, mette la tripla del -5 (88-93 a 6’11” dalla fine). Ci pensa Clay Thompson, con 7 punti (e due triple), a ricacciare i Nets indietro, fino al layup che vale il +9 (96-105) e chiude la partita, con 1’15” ancora da giocare.
BROOKLIN NETS (4-4): J. Johnson 12, Garnett 4, B. Lopez 18, Bogdanovic 9, Deron Williams 18, Kirilenko, Teletovic, Jack 23, Plumlee 13, A. Anderson 2, Gutierrez, C. Jefferson, J. Jordan
GOLDEN STATE WARRIORS (6-2): H. Barnes 12, D. Green 17, Bogut 11 (14 reb), K. Thompson 25, Curry 17, Iguodala 5, Barbosa 8, Speights 8, Livingston 4, Ezeli, J. Holiday, Kuzmic, Rush