NBA24 POWER RANKING - Squadre 1°-10°
1) San Antonio Spurs
di Gennaro Arpaia
Se sono in testa alla nostra personalissima classifica un motivo ci sarà. Certo, c’è da considerare che nelle prime tre posizioni la differenza è davvero minima; Spurs, Warriors e Cavaliers partono quasi tutte appaiate nella corsa all’anello, ma evidentemente gli speroni hanno qualcosa in più. Il mercato estivo ha regalato Aldridge e West, che possono dire la loro in maniera importante. Duncan e Ginobili sono chiamati a partecipare a quello che sarà molto probabilmente per loro l’ultimo ballo, l’episodio finale di una carriera che ha lanciato San Antonio nel gotha della pallacanestro mondiale. Ai due pilastri nero argento, aggiungeteci un sempre solido Parker e Leonard, il vero e proprio fattore X degli Spurs. Tim e LeBron si sono già dati appuntamento alle Finals…
2) Golden State Warriors
di Claudio Pellecchia
Obiettivo repeat, inutile negarlo. E’ la missione è quanto mai possibile. Hanno cambiato poco (ma, in fondo, cosa dovevano cambiare) hanno aggiunto Jason Thompson che risponde perfettamente alle caratteristiche richieste a un lungo in giallo e blu, potrebbero avere buone sorprese da Looney una volta che si sarà ristabilito. Qualche problema potrebbe arrivare dalla più o meno lunga assenza di Kerr in panchina: niente, comunque, che il tizio con il numero 30 non possa risolvere. Back to Back se non doveroso, quasi.
3) Cleveland Cavaliers
di Alessandro Pagano
Sono i vicecampioni NBA e se c’è una squadra che ha la voglia di arrivare dove lo scorso anno ha interrotto il sogno, quelli sono esattamente i Cavs. Sono terzi per un semplice motivo: la condizione dei giocatori per tutto l’arco della stagione (e non). Troppo facile dire “Con Irving e Love avrebbero vinto il titolo” ma è anche lecito aspettarsi delle Finals estremamente diverse, vittoria o sconfitta finale. Quest’anno hanno l’opportunità di farlo, magari preservando qualche giocatore in vista dei PO. TT ha rinnovato, così come Shumpert, Love e Smith mentre sono arrivati Jefferson e Williams, più il recupero di Varejao . Ad aggiungersi al roster anche gregari europei come Kaun. Sarà paradossale dirlo ma l’obiettivo minimo è l’anello per LeBron James & Co.
4) Los Angeles Clippers
di Salvatore Malfitano
Tanti nuovi arrivi, con le stesse speranze dell’anno scorso ma con tantissima pressione in più. Con ogni probabilità, i Clippers dispongono del secondo quintetto migliore della Lega (Crawford, Stephenson, Johnson/Pierce, Smith, Aldrich più Rivers, Prigioni e Mbah-a-Moute) e i titolarissimi Paul, Redick, Griffin e Jordan hanno mostrato un potenziale incredibile. Proprio quello che quest’anno obbliga a mettere tra i favoriti anche i Clippers. Rivers sa il fatto suo in fatto di stagioni vincenti e aver ripristinato il binomio con The Truth dà un’iniezione di mentalità non indifferente al lato meno glorioso di LA. Ovviamente, la precedenza va data a chi sa vincere ed è andato più vicino a farlo nella passata stagione, nella nostra classifica.
5) Houston Rockets
di Vincenzo Florio
Nonostante la delusione in finale di Conference contro i Warriors, con un passivo sembrato più una lezione degli attuali campioni NBA, la scorsa stagione resta un’annata da ricordare per i Warriors, che non arrivavano così lontano dai titoli di Olajuwon. Harden aveva chiesto un playmaker che togliesse azioni importanti dalle mani e così è stato, con l’arrivo di Ty Lawson, ad aumentare la qualità del roster. Le ambizioni devono essere massime quest’anno, anche se la competitività della Lega si è alzata ancora di più. Il progetto è ritornare a vincere, questo potrebbe essere l’anno buono.
6) Oklahoma City Thunder
di Claudio Pellecchia
L’anno della verità. O tutto o niente, con Kevin Durant pronto a migrare verso altri lidi nella prossima free agency. La sensazione, però, è che manchi ancora qualcosa, con una squadra meno forte di quella che oppose una (debole) resistenza agli Heat nel 2012. E non solo perché manca il Barba. Tutto ruoterà introno a come, quanto e quando Durant e Westbrook riusciranno a gestire e gestirsi minuti e possessi chiave, soprattutto da aprile in poi. Finale di Conference alla portata, anche se vederli uscire prima non sarebbe una sorpresa.
7) Memphis Grizzlies
di Salvatore Malfitano
La riconferma di Marc permette ai Grizzlies di avere ancora tutte le carte in regola per proporsi come mina vagante. Ogni anno, Memphis miete vittime illustri, o quantomeno ci regala serie che vanno a finire negli annali. La franchigia del Tennessee è riuscita a mettere in seria difficoltà i Warriors nella passata stagione, gli unici insieme ai Cavs ad aver scalfito la macchina perfetta. Quest’anno il roster non ha avuto modifiche clamorose. L’aggiunta di Barnes e avere a disposizione Jeff Green dall’inizio della stagione saranno sicuramente fattori determinanti nel corso di una stagione impegnativa, dove si punta a riconfermarsi in regular season e magari sognare le Finals in un Ovest più agguerrito che mai. L’impresa è ben più che ardua, specialmente se si considera un roster non molto giovane.
8) Chicago Bulls
di Gennaro Arpaia
Se avete dei punti di domanda, spendeteli tutti per i Chicago Bulls. E chiedetevi perché dalle parti dello United Center sembra andare sempre tutto di traverso. Il progetto dei tori ha voltato pagina: dopo aver salutato Thibodeau, arriva sulla panchina di Chicago il novello Hoiberg, primo grande punto interrogativo della prossima stagione. Il roster non recita male, c’è del talento unito all’esperienza. Pau Gasol torna dopo aver vinto da protagonista con la nazionale, Gibson è una certezza, Mirotic lo sta diventando e Jimmy Butler è ormai una stella della Lega. Dalla panchina arrivano buone soluzioni, ma è intorno al solito Derrick Rose che ruoterà tutta Chicago: il numero 1, già ai box per un infortunio al viso, è pronto per l’ultima chiamata a casa sua.
9) Atlanta Hawks
di Vincenzo Florio
Stagione da incorniciare quella di Atlanta, favola di un’annata che li ha visti arrivare primi ad Est e addirittura alle finali di Conference, dove niente hanno potuto contro i Cavaliers di James. La cessione di Carroll crea qualche problema, ma allo stesso tempo le conferme dei quattro All-Star confermano un livello che resta molto alto, restando una delle contender più credibili nella Eastern Conference. L’arma vincente resta coach Budenholzer, che fa del collettivo il punto di forza della squadra facendo rendere al meglio giocatori come Korver o Horford, risorse importanti nei rispettivi ruoli.
10) Miami Heat
di Alessandro Pagano
La squadra che tutti aspettano, senza se e senza ma. CB1 a pieno regime, Dragic ancor più nel sistema Heat, Wade rinfrancato dal rinnovo, Whiteside da consacrare e tanti eccellenti innesti come Green, Stoudemire e un Winslow tutto da vedere. Con il rientro di McRoberts, Spoelstra può contare su talenti in ogni posizione. Se lo scorso anno la falsa partenza ha fatto fallire i piani di Riley, quest’anno si vuole evitare qualsiasi tipo di intoppo. La post-season a bocce ferme sembra un affare già fatto e, dopo Memphis, la squadra più ostica da incontrare nei PO sono proprio i Miami Heat. Tanti spunti interessanti già in pre-season con la possibilità di cambiare le carte in tavola come e quando si vuole.