NBA24 POWER RANKING - Giocatori 11°-20°
11) Marc Gasol (Memphis Grizzlies), 17.4 PPG, 7.8 RPG, 1.3 BLKPG.
di Vincenzo Florio
Da incorniciare la stagione vissuta da Marc Gasol con i suoi Memphis Grizzlies, che gli sono valsi il posto nel quintetto migliore della lega e un’eliminazione che ancora brucia contro i campioni NBA. È difficile dire se ci sono concrete possibilità di ripetere un’annata così importante, vista e considerata una concorrenza sempre più spietata, ma il nuovo contratto che lo ha messo definitivamente al centro de progetto è l’ennesima dimostrazione che intorno a lui può davvero nascere una franchigia competitiva. L’obiettivo è quindi tentare di riconfermarsi come il centro più dominante della lega, aspettando magari di vedere i Gasol giocare insieme nella prossima stagione.
12) Carmelo Anthony (New York Knicks), 24.2 PPG, 3.1 APG, 4.6 RPG.
di Salvatore Malfitano
Se rimane l’incubo difensivo di tutti i giocatori della Lega ci sarà un perché. Gli infortuni e un naufragio della franchigia di certo ne hanno condizionati le ambizioni, che Phil Jackson e i verdoni hanno fatto riaffiorare, a New York City. Una squadra ai playoff ce la può portare tranquillamente da solo, senza troppo sforzo, viaggiando a medie impressionanti. Proprio perché ne siamo consapevoli, lo piazziamo così in alto: con Fisher e il Maestro Zen, ogni squadra può dare il meglio di sé. E se poi c’è anche Melo, a maggior ragione. Ci si sfrega le mani, pensandolo ben calato nel triangolo.
13) Kyrie Irving (Cleveland Cavaliers), 21.7 PPG, 5.2 APG, 3.2 RPG.
di Alessandro Pagano
Se è vero che We Are All Witnesses 2.0, allora dobbiamo ancora conoscere il vero Kyrie Irving. Sia chiaro: le capacità non si discutono, il rilascio della palla parla da solo e il ball handling che possiede Uncle Drew non è inferiore a nessuno in questa Lega. L’incubo peggiore di coach Blatt, di LeBron, di Cleveland e dello stesso ex Duke è la tenuta fisica. Nelle sue 4 stagioni NBA non ha mai concluso una RS senza saltare partite (51-59-71-75) e questo limita un po’ l’immenso talento di Kyrie. Averlo sano significa tanto, se non tutto per dei Cavaliers che puntano ancora una volta in alto. È il momento di renderci partecipi della storia, è il momento di dimostrare che “con Irving le Finals sarebbero state diverse”.
14) Jimmy Butler (Chicago Bulls), 20.0 PPG, 3.3 APG, 5.8 RPG.
di Salvatore Malfitano
Ormai non è più una rivelazione, tanto che nella passata stagione si è beccato un apposito riconoscimento, per cui le responsabilità aumenteranno. Ancor più adesso che è chiaro a chiunque che Rose può sempre tornare in infermeria in un batter d’occhio. Così, per Jimmy ‘Buckets’ il momento della consacrazione deve essere necessariamente questo. Ha carattere, intensità e tecnica da vendere, di chi si è tirato su da solo praticamente. Adesso, è arrivato il momento di trasformare il tutto in leadership e mettersi a capo di questi Chicago Bulls, che non hanno ancora molto tempo per stupire.
15) Damian Lillard (Portland Trailblazers), 21.0 PPG, 6.2 APG, 4.6 RPG.
di Claudio Pellecchia
Portland è tutta nelle sue mani. Probabilmente anche più di quanto avrebbe voluto. Ma dopo la partenza di Aldridge non poteva essere altrimenti. Al netto dell’ imminente consacrazione di McCollum, infatti, toccherà al numero 0 più solo del basket Nba cantare e portare la croce in una stagione che più di transizione non si può. Sarà il battesimo del fuoco per il giocatore chiamato ad essere la pietra angolare dell’ennesima ricostruzione in casa Blazers. Che, almeno da questo punto di vista, hanno di che sorridere: una base migliore non può esserci base migliore per ripartire.
16) DeMarcus Cousins (Sacramento Kings), 24.1 PPG, 12.7 RPG, 1.7 BLKPG.
di Vincenzo Florio
Tante discussioni, forse troppe per un ragazzo come Cousins che nonostante la giovane età rischia di diventare il padrone assoluto della lega nel suo ruolo. Uno dei pochi centri rimasti a fare realmente la differenza, è sembrato più volte sul piede di partenza quest’estate, con tanto di lite con coach Karl, per poi ritornare sui propri passi al momento decisivo. Ha influito sicuramente il roster molto più competitivo che gli è stato costruito attorno, che anche se non può essere considerato da titolo potrà dare molto fastidio ad ovest, soprattutto se Cousins troverà la giusta alchimia con i nuovi arrivati e continuerà la sua crescita dentro e fuori dal parquet.
17) Tim Duncan (San Antonio Spurs), 13.9 PPG, 9.1 RPG, 2.0 BLKPG.
di Gennaro Arpaia
Se un ragazzone di 39 anni e alto 211 centimetri ancora resiste nella classifica dei 50 migliori della Lega, vuol dire che non solo c’è alle spalle del talento, ma anche tanta passione per un gioco che fa di lui quello che oggi è. Tim Duncan è l’emblema degli Spurs, ma non solo; l’intera NBA dell’ultimo ventennio conta su di lui, le sue mani fatate, il piede perno poetico che l’ha fatto conoscere al mondo. Compirà i 40 anni sul finire della stagione regolare: siamo certi che il regalo più desiderato sarà il potersi giocare ancora una volta una post-season da protagonista, nel suo probabile ultimo valzer con San Antonio. Chiudere con un anello sarebbe di certo il finale migliore.
18) Klay Thompson (Golden State Warriors), 21.7 PPG, 2.9 APG, 3.2 RPG.
di Claudio Pellecchia
Essere “l’altro” nella squadra di Steph Curry sarebbe un compito ingrato per tutti. Non per Klay, che riesce sempre e comunque a ritagliarsi i suoi spazi all’interno degli schemi offensivi dei Warriors. Anzi, spesso è lui il destinatario prediletto degli scarichi sul perimetro del 30 quando viene raddoppiato e/o triplicato. Con la possibilità di trasformarsi nel go to guy designato quando il gemello diverso non è in serata, complice anche la capacità di prendersi più tiri comodi piedi per terra. Una “seconda punta” così è un lusso che ci si può permettere solo nella Baia cestisticamente più bella del mondo.
19) Pau Gasol (Chicago Bulls), 18.5 PPG, 11.8 RPG, 1.9 BLKPG.
di Gennaro Arpaia
Ha dimostrato ancora una volta come talento e passione, se coincidono, possono dar vita ad un giocatore straordinario, seppur 35enne. In assenza del fratello Marc, gli ultimi Europei sono stati i suoi Europei, a testimonianza di una stagione, la prima con la maglia dei Bulls, che aveva già detto quanto in realtà potesse ancora essere decisivo nella Lega. Ha trionfato per il suo Paese, ora bisogna aiutare Rose e Butler così come aveva fatto con Kobe Bryant ai Lakers. I Bulls sognano un anello e per farlo devono contare su tutte le frecce al proprio arco: state certi che una di queste, tra le più incisive, potrà rispondere al nome di Pau Gasol Sàez.
20) John Wall (Washington Wizards), 17.6 PPG, 10.0 APG, 4.6 RPG.
di Alessandro Pagano
La scommessa/autotassa che ha pattuito con il vice allenatore Howard Eisley è solo un pretesto per migliorare ancora. L’etica del lavoro non manca e la voglia di far bene nella franchigia che lo ha messo al centro di un progetto ambizioso nel lontano 2010 è sempre viva. D’altra parte, però, è anche difficile chiudere di più ad una PG moderna che termina in doppia doppia la stagione. Il problema delle palle perse resta una delle sue pecche principali ma il lavoro estivo e l’aiuto di coach Wittman potrebbero fargli fare il salto di qualità che Washington aspetta di fare.