NBA24 PREVIEW - Toronto Raptors, è giunto il momento di diventare finalmente grandi
In casa Raptors, dopo i risultati positivi delle scorse stagioni, è arrivato il momento della verità. Restare nel limbo delle buone squadre o cercare di entrare a far parte del novero delle big della Lega? Questo è il quesito che accompagnerà tutta la stagione dei ragazzi guidati da coach Casey.
COME L’ABBIAMO LASCIATA – Il record della precedente regular season parla di 49 vinte e 33 perse, abbastanza da garantire ai canadesi la 4° posizione nella Eastern Conference. Un risultato, questo, che ha di certo soddisfatto front office e tifosi, in attesa di una post season all’altezza. Invece, come nel 2013-14, Toronto si è fermata al primo scoglio dei Playoff, venendo letteralmente spazzati via dai Wizards di Wall con uno sweep che ha lasciato attoniti più di qualche addetto ai lavori.
IL MERCATO ESTIVO – Masai Ujiri ha cercato di agire in modo da far crescere la qualità del roster a disposizione di Dwayne Casey, confermando l’ossatura della squadra (Lowry, Valanciunas e DeRozan) ma operando, allo stesso tempo, una sorta di rivoluzione. Infatti, i Raptors sono stati tra le franchigie più attive, sia in entrata che in uscita. Hanno salutato il Canada in 7: il nome più di rilievo è quello di Louis Williams, approdato nella Città degli Angeli, sponda purple-and-gol; stesso tragitto ma sponda opposta per Chuck Hayes. Greivis Vàsquez è passato ai Bucks, mentre il duo Fields-Hansbrough ha preso la strada di Charlotte; infine, Stiemsma ed Amir Johnson sono passati, rispettivamente, a Magic e Celtics. Passiamo ai movimenti in entrata. Ujiri ha portato avanti una politica tesa a portare a Toronto giocatori made in Canada, potendo leggere in quest’ottica gli arrivi dell’ex scelta #1 al Draft 2013, Anthony Bennett (via Twolves), e di Cory Joseph (via Spurs). Altro acquisto di sicura caratura è quello di DeMarre Carroll, tra i protagonisti, nella scorsa stagione, della cavalcata degli Hawks. A completare il reparto lunghi, poi, ci pensano l’aggiunta dell’esperienza di Luis Scola (via Pacers) e dell’atletismo di un Bismarck Biyombo (via Hornets). Il Draft 2015 ha regalato, alla #20, Delon Wright, mentre via Bucks è arrivata la scelta #46 Norman Powell. Sono arrivati, infine, altri 4 rookie: due non sono stati selezionati al Draft di Giugno, ovvero sia Michale Kyser (da Louisiana Tech) e Shannon Scott (da Ohio State); altri due, invece, sono undrafted del 2014, e cioè Ronald Roberts (da Saint Joseph’s) e il francese Axel Toupane (da Strasburgo).
L’UOMO FRANCHIGIA – Molto del destino di Toronto passa dalle sapienti mani di Kyle Lowry. Il 29enne di Philadelphia, ex Grizzlies e Rockets, si appresta a cominciare la sua quarta stagione in Canada, dove ha trovato la sua dimensione, dimostrandosi uno tra i migliori play della Lega. Benchè con dei numeri leggermente in calo rispetto alla stagione della sua definitiva esplosione (il 2013-14), Lowry è stato spesso decisivo, grazie alla sua capacità di saper leggere le difese e di fare la cosa giusta al momento giusto. Buon rimbalzista visto il ruolo, il prodotto di Villanova incide molto anche nella metà campo difensiva, grazie al suo stile di gioco molto aggressivo e, a tratti, duro. Se saprà confermarsi sui livelli delle ultime due stagioni (se possibile migliorare ulteriormente), coadiuvato da un supporting cast all’altezza, di certo Toronto potrà ambire a fare strada, finalmente, anche in post season.
A COSA PUNTARE – L’approdo ai Playoff rappresenta davvero il minimo sindacale richiesto ai ragazzi allenati da coach Casey, che sembrano in grado di dire la loro in una Eastern Conference certamente ancora indietro rispetto al Wild West, ma con un livello di competitività sicuramente più alto. Arrivare tra le prime quattro, per poi avere il vantaggio del fattore campo ai Playoff è un obiettivo alla portata dei Raptors, anche se dovranno vincere la concorrenza di squadre come Hawks, Pacers, Heat, Wizards e, probabilmente, anche Bucks e Celtics. Come scritto in precedenza, Ujiri ha confermato la spina dorsale della squadra. Detto di Lowry, fondamentali per il cammino dei Raptors saranno anche le prestazioni di Valanciunas e DeRozan: il gigante lituano, reduce da un ottimo Europeo e forte del rinnovo, potrebbe definitivamente spiccare il volo nel novero dei centri più dominanti della Lega, con tutte le capacità di spostare gli equilibri ad Est; DeRozan, da parte sua, ha tutto per confermarsi ai livelli da ALL-Star dell’ultimo biennio, costituendo la prima bocca da fuoco dei canadesi. L’innesto di un elemento come DeMarre Carroll come ala piccola, con tutto ciò che comporta dal punto di vista difensivo, e una maggiore continuità di Terrence Ross, quest’anno in second unit, uniti ad una maggiore competitività della panchina (Joseph in particolare), costituiscono ulteriori elementi che potranno portare lontano i Raptors.
IL PRONOSTICO – Dando per scontato il primo posto dei Cavaliers e, infortuni permettendo, il secondo dei Bulls, prevedo per i Raptors un 3° posto con un record di 52-30 e, quantomeno, una semifinale di Conference.