NBA24 PREVIEW - Miami Heat: tutto pronto per la stagione della verità
Nella Florida del Sud, precisamente a Miami, si aspettano tre cose: come sempre, l’ora dell’aperitivo in riva all’oceano, i Miami Dolphins ma soprattutto i Miami Heat!
COME L’ABBIAMO LASCIATA – a questo tipo di quesito si potrebbe rispondere in maniera chilometrica ma sceglieremo apposita sede per farlo. I Miami Heat 2014-15 erano una squara da tenere sotto osservazione, vuoi per il primo anno di assenza dal 2010 di LeBron James, vuoi per conoscere le condizioni di Wade o anche semplicemente per vedere come reagiva l’ambiente alle prime difficoltà. Le risposte di sicuro non sono mancate: abbiamo da un lato quelle negative, come l’infortunio serio a Chris Bosh, perno centrale dell’attacco di coach Spo fin dalle prime partite della stagione, come le gare saltate per forza di cose dal padrone di casa D-Wade ma soprattutto la mancata qualificazione ai playoff, persa proprio nelle ultime due partite di regular season. In termini positivi, invece, abbiamo una sessione di mercato di gennaio-febbraio che ha regalato allo staff e ai tifosi un gioiellino come Goran Dragic, abbiamo la scoperta (o riscoperta se volete) di un sorprendete Hassan Whiteside e, dulcis in fundo, una personalità di squadra di riuscire a risalire dal baratro quando ce n’è stato bisogno, quando quasi si scrutava il fondo del pozzo. Quest’ultima è di sicuro la cosa che più a caricato i Miami Heat per questa nuova stagione. Avere la consapevolezza di riuscire (quasi) a raggiungere un traguardo nonostante gran parte dei fattori del Gioco ti siano avversi, aiuta la squadra a crescere sotto l’aspetto della fiducia, estesa in ogni angolo del campo. Si riparte, dunque, da un 37-45 (decimo posto nella Eastern Conference) che lascia l’amaro in bocca ma soprattutto con il beneficio del dubbio: con CB1 dove potevamo arrivare? Con Wade al 100% qual’è il vero valore di questa squadra? Senza mezzi termini questa è la stagione della verità.
IL MERCATO ESTIVO – Se abbini nella stessa frase la parola “mercato” e gli Heat, sai che qualcosa di speciale c’è sempre. Perchè? La risposta si chiama Patrick James detto “Pat” Riley. Un’altra, l’ennesima standing ovation per i movimenti estivi è il minimo che si possa tributare ad un genio del genere. Ha raggiunto praticamente tutti gli obiettivi che si era predisposto e, anzi, lascia ancora spazio per un sogno chiamato Kevin Durant. Ha rinnovato il contratto di Wade (anche se con più di qualche fatica, viste le assurde pretese di Flash, NdR), il contratto di Dragic (anche con qualche sacrificio economico) e hanno consolidato chi già era a roster, perdendo il solo Michael Beasley. In più, la panchina diventa più profonda e decisamente più competitiva: in questa direzione vanno contati i colpi di Gerald Green e di Amar’e Stoudemire, due che dalla panchina possono fare la differenza in ogni momento. Green, quando ha testa e voglia, può essere l’ago della bilancia, mentre Stoudemire si è voluto regalare l’ultima chance di vincere qualcosa di importante, quindi non mancherà di determinazione. Il draft 2015, poi, si è rivelato una gran sorpresa per coach Spoelstra che aveva una lista di talenti sulla sua scrivania ma, scegliendo con la numero 10, era già a conoscenza che, prima di arrivare alla sua chiamata, doveva eliminarne parecchi. Invece no. La sorprendente scelta dei Knicks ha rivoluzionato tutto lo scenario e, di conseguenza, anche chi era più in là con la chiamata ha potuto pescare bene: il nome è quello di Justice Winslow, esterno potente e dedito al lavoro difensivo, senza mancare in fase realizzativa. A detta di coach K, che ad occhio e croce due talenti li ha allenati, Winslow è il Blue Devils più pronto per il salto con i professionisti. Erik Spoelstra ha lavorato tanto con lui questa estate, soprattutto per migliore la rapidità di pensiero, la capacità di scegliere in frazioni di secondo molto ridotte. Il roster sembra pronto per giocarsela con tutti. Non va annoverato tra gli acquisti, perchè già a libro paga degli Heat dal 2010, ma il vero “acquisto” di Miami si chiama Chris Bosh.
ROSTER: Chris Anderson, Keith Benson, Chris Bosh, Mario Chalmers, Luol Deng, Dwyane Wade, Goran Dragic, Corey Hawkins, James Ennis, Udonis Haslem, Tyler Johnson, Josh McRoberts, Hassan Whiteside, Tre Kelley, Josh Richardson, Greg Whittington, John Lucas III, Gerald Green, Amar’e Stoudemire, Justice Winslow.
L’UOMO FRANCHIGIA – La scelta dell’uomo franchigia, specie in storiche società come gli Heat, è sempre difficile, perchè bisogna saper scindere la proiezione futura dal momento attuale della squadra. Senza minima ombra di dubbio, l’uomo franchigià di Miami è (e resterà per sempre) Mr. Three, Dwyane Wade, per il suo passato, per il suo attaccamento alla maglia, per i suoi risultati raggiunti a SouthBeach. E’ l’uomo del presente e del passato, è il veicolo attraverso il quale gli Heat stanno compiendo questa difficile transizione da un momento storico ad un altro. Senza di lui, coach Spo e il suo staff perderebbero qualsiasi punto di riferimento perchè Wade è la franchigia della Florida. In proiezione futura, invece, il nome di Hassan Whiteside è decisamente in crescita, insieme a quello di Goran Dragic. L’unico difetto sarebbe l’età (il primo 26, il secondo 29) ma entrambi hanno dimostrato di tenerci particolarmente a questo ambiente, a questo gruppo, a questa maglia. C’è differenza, però, tra l’essere riconoscenti per aver investito sul proprio talento e l’essere orgoglioso di vestire una maglia. A sensazione, il secondo concetto mi sembra quello più vicino ai due giocatori reclutati da Riley.
A COSA PUNTARE – Se vincere è la risposta più scontata, vincere è l’unica risposta che tutta la franchigia dà e vorrà dare a inizio primavera. Bisogna essere realistici e coach Spo sa quante difficoltà occorre superare prima di arrivare in fondo. Allo stesso tempo, però, sai che se ti attrezzi nel modo adeguato, quella strada difficile e tortuosa si può comunque percorrere. Con questo, ovviamente, non stiamo pronosticando la vittoria degli Heat ma sicuramente, sulla carta e a livello di roster, sono una delle prime 3 forze della Eastern Conference. Certo è che passare dalla mancata qualificazione ai PO ad una vittoria finale è più utopico ed il passo è decisamente troppo lungo ma la sfortuna e gli inconvenienti della scorsa stagione rendono isolato il caso 2014-15. L’obiettivo, dunque, dei nuovi Miami Heat è piuttosto chiaro: arrivare fin dove questa squadra può arrivare e, francamente, è difficile posizionarla al di sotto delle semifinali di conference.
IL PRONOSTICO – Il Power Ranking di ESPN si esprime così a riguardo: “Miami is the ultimate win-now team, but there’s no escaping the fact that the next minute Dragic, Dwyane Wade, Luol Deng, Chris Bosh and Hassan Whiteside share the court together will be the first. So many ways this can play out”. Il concetto in grassetto, per gli esperti americani, rende tutto molto più difficile (vedi i Brooklyn Nets delle superstelle, NdR). Noi restiamo con questo concetto ma siamo allo stesso tempo convinti che possa essere una motivazione, non un ostacolo. 50-32