Orlando Magic, l'incognita più grande resta Aaron Gordon
Tra fratelli, si sa, si fanno i giochi più assurdi, quelli più strani che si possano fare. Un gioco strano, appunto, è stato messo in atto anche tra Aaron Gordon, ala degli Orlando Magic, e suo fratello Drew con conseguenze assai negative per il primo. Come egli stesso ammette, Drew è praticamente atterrato dopo un salto sulla mascella di Gordon provocandogli una frattura ad una parte del corpo molto delicata. Il giocatore dei Magic, per ridurre la frattura, quasi del tutto sanata a più di due mesi di distanza dall’incidente, è andato subito sotto i ferri, sottoponendosi ad una fastidiosa operazione chirurgica. Il dolore, come racconta Gordon ad un’intervista per l’Orlando Sentinel, non ha avuto strascichi particolarmente dolorosi ma il suo possente fisico ne ha risentito tanto, forse troppo per i gusti della dirigenza e dello staff dei Magic. Per metà estate, Aaron è stato costretto a mangiare solo ed esclusivamente cibo liquefatto e, di conseguenza, senza avere la possibilità di ingerire la giusta quantità giornaliera di carboidrati, ha perso la bellezza di 10 chili. Pochi giorni dopo il suo intervento, ha iniziato a fare esercizi come affondi, squat e squat su una sola gamba e, dopo circa 20 giorni, gli è stata anche concessa la possibilità di tirare a canestro. Dopo un mese, poi, è stata inserita anche la corsa nel suo programma di allenamenti. Nelle ultime ore ha dichiarato aver rimesso masso per un totale di 4 chili ma la preoccupazione in casa Magic resta, soprattutto quella del nuovo coach Scott Skiles: “Sono ancora preoccupato. Non mi piace basarmi molto sulla preseason e sulla Summer League, ma nel suo caso, ci sono stati dei piccoli miglioramenti per fortuna. Era lecito aspettarsi una battuta d’arresto da parte sua“. I Magic contano molto su Gordon, considerata una particolare ala definita come combo forward, ovvero sia un mix di ruoli che gli permette di difendere su quasi tutti i giocatori che ha di fronte, dal playmalker all’ala forte. Lla preoccupazione più grande, però, non è tanto il recupero fisico di Aaron quanto le tempistiche. I medici non hanno ancora autorizzato Gordon ad un completo allenamento con la squadra e, dunque, già in questi primi giorni di training camp, Gordon è costretto a star seduto per buona parte del tempo. Il team si aspetta Gordon di ottenere il permesso per il “full-contact practice” per metà ottobre, con i Magic che voleranno a Rio per affrontare, il 17 di ottobre, la squadra brasiliana del Flamengo.
Anche se Gordon dovesse giocare scampoli di partita in quel di Rio, avrebbe comunque poi pochissimo tempo per far riabituare il corpo ai contatti, alla fisicità NBA e allo stile di gioco che aveva caratterizzato la sua prima stagione. La prima palla a due per i Magic verrà alzata il 28 dello stesso mese, quindi ci sarebbero poco più di 10 giorni per recuperarlo completamente. Impresa pressocchè ardua anche per uno staff medico equipaggiato alla perfezione come quello dei Magic.
“Devo accettare dove sono in questo momento”, ha detto Gordon. “Tutto quello che posso fare è continuare a fare quello che mi dicono di fare e continuare quello che sento sia la cosa migliore per me. E, poi, vediamo se il caso di giocare in Brasile perchè sarei alla fine del processo di guarigione”. Skiles, nel frattempo, deve trovare e provare delle contromisure e ha intenzione di sperimentare differenti formazioni da qui alle prossime settimane. Una possibilità, che egli stesso definisce “allettante” – e rimarrà solo una possibilità fino a che Gordon non sarà autorizzato ad un full-contact – è quella di utilizzare un quintetto piccolo rimpiazzando Gordon con Tobias Harris.