Il rapporto qualità/prezzo: le migliori e le peggiori guardie
Quei famosi 24 miliardi di dollari, distribuiti in 9 anni, che l’NBA percepirà dalle reti televisive hanno fatto saltare in banco. L’innalzamento del tetto salariale previsto per la stagione 2016/2017 ha portato alla formazione di contratti che stridono parecchio, se si considera il rapporto qualità/prezzo. Pertanto, andiamo ad analizzare ruolo per ruolo il migliore e il peggior contratto che risulta dopo questa free agency. La seconda tappa sono le shooting guard.
IL MIGLIORE: Danny Green
Sarà anche la firma meno importante di questa estate degli Spurs, almeno in fatto di risonanza. Però, dati alla mano, dopo i nuovi contratti (francamente troppo esosi) di Carroll, Matthews e Middleton, tre dei migliori tiratori della Lega, Danny Green è un affare per San Antonio a 10 milioni annui. E’ l’unico giocatore ad aver chiuso le ultime quattro stagioni con almeno il 40% da tre e 100 triple segnate. Per non parlare del fatto che difensivamente è determinante.
Menzione di merito: Kyle Korver
Nell’olimpo dei tiratori in attività, Korver non sarà di certo un uomo-franchigia, ma è un ottimo giocatore con percentuali da sogno. Pecca un po’ nell’atletismo, ma se si vede che percepirà 5,5 milioni per i prossimi due anni, allora nessuno si lamenta.
IL PEGGIORE: Joe Johnson
Che colpa ne ha delle scelte dirigenziali dei Nets? Di fatto, però, oltre 24 milioni di dollari all’anno sono veramente troppi. Specialmente se il rendimento parla di 14.4 punti a partita nell’ultima stagione. A maggior ragione che JJ adesso ha 34 anni. Insomma, l’investimento fu sbagliato allora e oggi si avverte ancora di più la scelleratezza della mossa del front office. Ma occhio a darlo per morto: l’anno prossimo sarà il rinforzo a basso prezzo di una contender.
Menzione di demerito: Lance Stephenson
Portato in pompa magna a Charlotte, il nostro “Born Ready” tutto ha fatto fuorché dare un’impressione positiva. Gli Hornets pensavano di aver fatto il colpaccio, invece Stephenson ha deluso tutti, in un’escalation verso il basso spaventosa, che l’ha portato a una media mediocre di 8.2 punti a partita. Il punto è che 9 milioni sono troppi per queste cifre. Può darsi che partendo dalla panchina possa dare meglio il suo contributo in una contender come i Clippers.