ICYMI - Pat The Genius
A volte è facile perdersi nell’immagine di un uomo, al punto che si fa fatica a separare ciò che è reale da ciò che è immaginario. Attraverso quali lenti possiamo vedere chi è realmente Patrick James “Pat” Riley? È lui il signore che siede rigorosamente in abito elegante alle spalle della panchina dei Miami Heat o è sempre quell’altezzoso figlio di un padre operaio di Schenectady, New York? I più giovani lo ricordano sempre con giacca e cravatta, magari appositamente cuciti da sarti Armani (che lui adora) nelle numerose boutique della Città degli Angeli, quelli un pizzico meno giovani lo ricordano in panchina, quando il suo hardnosed game (gioco a muso duro, NdR) era l’unica soluzione che applicava ai suoi Heat per cercare di contenere un #23 che tendeva al Divino. I veri conoscitori di Riley, però, lo ricordano nella stessa città in cui i sarti del patron dell’Olimpia Milano lavorano ai suoi abiti. In maglia Lakers vinse l’anello nel 1972 insieme a giocatori come Wilt Chamberlain, Elgin Baylor, Jim Cleamons e Jerry West, anche se la lista di anelli da allenatore e dirigente si allunga a 9, vincendo 5 campionati da allenatore e 3 da dirigente. Se, quindi, cercate un aggettivo definitivo per Pat Riley non perdeteci la testa e andate sul sicuro: scegliete VINCENTE.
L’aggettivo l’abbiamo trovato, un rapido excursus sulla sua vita prima da giocatore, poi da allenatore, ancora da dirigente, l’abbiamo archiviato. E se invece volessimo trovare un appellativo per cercare di inquadrare l’attuale executive dei Miami Heat? Quale potremmo scegliere? La risposta è ovvia tanto quanto la scelta dell’aggettivo ma analizzando il roster che ha messo su a SoBe, in collaborazione con l’immancabile armatore israeliano Micky Arison, il tutto verrà da sé.
TEAM ROSTER | |||||||
NO. | NAME | POS | AGE | HT | WT | COLLEGE | 2015-2016 SALARY |
11 | Chris Andersen | PF | 37 | 6-10 | 245 | Blinn College | $5,000,000 |
1 | Chris Bosh | C | 31 | 6-11 | 235 | Georgia Tech | $22,192,730 |
15 | Mario Chalmers | PG | 29 | 6-2 | 190 | Kansas | $4,300,000 |
9 | Luol Deng | SF | 30 | 6-9 | 220 | Duke | $10,151,612 |
7 | Goran Dragic | SG | 29 | 6-3 | 190 | $14,783,000 | |
32 | James Ennis | SF | 25 | 6-7 | 208 | Long Beach State | $845,059 |
14 | Gerald Green | SG | 29 | 6-8 | 210 | $947,276 | |
40 | Udonis Haslem | PF | 35 | 6-8 | 235 | Florida | $2,854,940 |
8 | Tyler Johnson | SG | 23 | 6-3 | 190 | Fresno State | $845,059 |
4 | Josh McRoberts | PF | 28 | 6-10 | 240 | Duke | $5,543,725 |
14 | Josh Richardson | SG | 21 | 6-6 | 200 | Tennessee | |
— | Amar’e Stoudemire | PF | 32 | 6-10 | 245 | $947,276 | |
3 | Dwyane Wade | SG | 33 | 6-4 | 220 | Marquette | $20,000,000 |
5 | Henry Walker | SF | 27 | 6-6 | 235 | Kansas State | $1,100,602 |
21 | Hassan Whiteside | C | 26 | 7-0 | 265 | Marshall | $981,348 |
20 | Justise Winslow | SG | 19 | 6-6 | 220 | Duke | $2,481,720 |
Coach: Erik Spoelstra |
Gli Heat lo scorso anno non sono riusciti a qualificarsi ai PO per un soffio e se c’è un modo per ripartire nel modo sbagliato, quello è ripartire con rabbia e ferocia per riprendersi ciò che non si è raggiunto. Una tattica frettolosa, una mossa sbagliata e un’altra stagione rischia di saltare senza averci nemmeno provato. Questo Pat lo sa, lo sa meglio di chiunque altro e per questo motivo ha agito silenziosamente, quasi in sordina, riuscendo a costruire una squadra che sulla carta spaventa tutta la Eastern Conference. La Lega non ha aiutato particolarmente i Miami Heat (e in generale chi vuole ripartire, NdR) vista la cifra imposta per il salary cap ma Riley non è stato executive dell’anno (2011) a caso. Il suo piano era ben delineato fin dalla triste notizie che Chris Bosh avrebbe saltato la rimanente parte di stagione per problemi piuttosto seri. Nella sua mente aveva già previsto tutto, in stile MJ a Salt Lake City in occasione di Gara 6. Aver sfiorato la post-season lo scorso anno fa capire quanto “non esaltante” fosse il livello della EC ma in una pazza Free Agency che ha alzato probabilmente il livello di entrambe le coste, Pat si è dovuto adeguare ma senza cambiare il suo progetto iniziale. Si inizia col Draft e secondo molti addetti ai lavori, tra cui un certo Mike Krzyzewski, il vero “steal of the Draft” lo mette a segno, guarda caso, Pat Riley scegliendo alla #10 Justice Winslow, l’epitome del gladiatore difensore (ma non solo) della scorsa NCAA. Proviene da Duke e se lo ha forgiato il suddetto coach, state certi che ad occhio e croce l’impatto nella Lega non dovrebbe deludere. Alla #40, invece, è arrivato tale Josh Richardson da Tennessee, per il quale pare che Riley già straveda. Strutturalmente si presenta come quello che ormai possiamo ribattezzare con il concetto di “atleta moderno” con un corpo robusto, braccia lunghissime e completezza nei fondamentali. Sarà molto interessante vederlo all’opera per poter valutare le sue effettive capacità.
Il settore esterni, poi, si impreziosisce della firma di Wade, il simbolo degli Heat targati Riley dopo ZoZo Morning. Le controversie sulla questione, i mal di pancia di Flash, la maglia di Cleveland di papà Dwyane Sr, le richieste economiche elevate, non hanno minimamente preoccupato (almeno dall’esterno) Riley che si è assicurato i talenti del fenomeno dell’Illinois per almeno un anno con un esborso economico non indifferente. L’effetto Wade, preceduto dalla firma fondamentale di Goran Dragic, è stato più che positivo per la città, per i tifosi ma soprattutto per il prosieguo del mercato Heat: Gerald Green prima, Amar’e Stoudemire poi, tutte firme intervallate da conferme più che importanti. Resta McRoberts, resta Luol Deng, resta Birdman così come al momento resta Rio Chalmers (anche se all’orizzonte si prospetta il suo sacrificio, più economico che tattico e tecnico, NdR). Il pacchetto lunghi sembra così completo e se Hassan Whiteside dovesse essere forte e costante quanto è divertente fuori dal campo o su Twitter, per gli altri saranno dolori all’ombra dei cristalli. Ma il vero acquisto dei Miami Heat è un tesoro che ritrova in gruppo e in squadra Erik Spoelstra, ovvero sia Chris Bosh. Il 29 gennaio vengono annunciate le riserve dell’All Star Game, tra cui Chris Bosh; viene selezionato per la decima volta consecutiva. Il 14 febbraio vince per la terza volta consecutiva, insieme a Miss Swin Cash e The Human Highlight Film, Dominique Wilkins l’NBA Shooting Stars Competition battendo il team di Westbrook. Durante l’All-Star Weekend, però, CB lamenta alcuni dolori ad un fianco, in prossimità della cassa toracica. Questi dolori che si ripresentano il 18 febbraio durante un allenamento, iniziando a preoccupare la squadra e lo staff. Viene fatto visitare dal medico di squadra Harlan Selesnick, il quale decide di farlo trasferire in ospedale per ulteriori e approfonditi accertamenti. Gli esami riscontrano dei coaguli di sangue all’interno dei polmoni; un problema simile ha colpito poche settimane prima Mirza Teletovic. Il 21 febbraio viene operato con successo e i Miami Heat comunicano che la stagione di Bosh finisce qui. Chiuderà con 44 partite giocate a 21.1 punti, 7 rimbalzi, 2.2 assist, 0.9 palle rubate e 0.6 stoppate di media a partita. I numeri vi possono far capire quanto un giocatore diventato importante nello scacchiere di Spo possa mancare ad una squadra che gira attorno ad un lungo che ha ormai eccellenti capacità in ogni posizione del campo. Riley, quindi, ha realizzato il suo progetto, in attesa che il campo dia i suoi frutti e che il raccolto sia quanto più soddisfacente possibile. Ancora una volta è andata come lui voleva. Ancora una volta (a bocce ferme) ha avuto ragione lui. Ancora una volta possiamo dire che il GENIO, perchè miglior appellativo non esiste, si è svelato e ha spiegato agli altri cosa significa avere una cultura sportiva importante alle spalle e, già che c’era, come si tira su una squadra per tornare ad essere competitivi. I nuovi Miami Heat di un vecchio genio sono pronti per tornare ai fasti antichi.