NBA DRAFT PREVIEW - Cauley-Stein: difensore totale e mezzi atletici considerevoli, per imporsi in NBA
Un atleta davvero importante, Willie Cauley-Stein. A Kentucky, lui e Towns se la sono spassata, sotto canestro. Ma a differenza del più blasonato collega, che con ogni probabilità rischia di essere chiamato come prima scelta assoluta dai Timberwolves, Cauley-Stein intriga maggiormente.
E non solo perché di lui si parla di meno, sia chiaro. Conoscendolo meglio, il centro da Kentucky potrebbe veramente imporsi, in un gioco che vede predominare mai come prima dei superatleti. Ecco, lui può essere uno di questi. 213 centimetri per 111 chilogrammi lo rendono un giocatore filiforme ma di un’innata potenza che non solo gli permette di essere un fattore a rimbalzo (specialmente in attacco) ma che si sposa anche benissimo con la voglia di regalare spettacolo: ottimo schiacciatore e, che lo diciamo a fare, amante degli alley-oop realizzati con la sapiente regia di Harrison ai Wildcats. Ma non è un lungo solo schiacciate e poco altro. Nei suoi anni al college, infatti, è andato perfezionando il tiro dalla media, che lo potrebbe rendere un’arma offensiva quasi totale. C’è ancora molto da lavorare su questo fondamentale, ma l’impressione è che si possano ottenere ottimi risultati.
Nell’altra metà campo, quella in cui si soffre inevitabilmente di più, Cauley-Stein invece quasi primeggia. Infatti, il 21enne del Kansas, viste anche le doti fisiche di cui sopra, è un difensore totale, non soffrendo minimamente i cambi in situazioni di pick&roll o transizione, avendo un grande equilibrio del corpo che gli permette di difendere in modo ottimale anche sugli esterni, evitando le conclusioni da tre punti avversarie.
Tra i numeri a disposizione, Cauley-Stein ha fatto registrare in 25.6 minuti a partita (leader dei Wildcats): 8.9 punti, 6.4 rimbalzi, 1.7 stoppate, 1.2 rubate (leader dei Wildcats), 57,2% dal campo (leader dei Wildcats, ma non ha mai provato un tiro da tre in stagione) e un buon 61,7% dalla lunetta.
Per lui, ci potrebbero essere gli Hornets, con la 9° chiamata, anche se Charlotte è indirizzata verso Kaminsky; per cui occhio a Detroit (con la 8°) o Miami (con la 10°). Potrebbe essere l’uomo giusto da affiancare a Jefferson per creare una grande combinazione tra tecnica e atletismo.