LeBron gestisce la tensione: "I feel confident 'cause I'm the best player in the world"
La frase è quella da vero leader. Anche un po’ altezzoso ma da vero leader. Leader di una squadra che lo vede sempre più solo (e non esclusivamente nel senso offensivo con i costanti isolamenti), di una squadra che si affida sempre alle sue doti, alle sue capacità e alle sue invenzioni per rimanere a galla in una serie complicatissima per i Cavaliers. Sotto 3-2, LeBron James prova a caricarsi tutti sulle spalle e nel post-gara annienta un giornalista con una risposta che dimostra tranquillità e serenità in vista del primo matchpoint per i Warriors e del primo elimination game per i Cavs: “I FEEL CONFIDENT BECAUSE I’M THE BEST PLAYER IN THE WORLD“. Non occorre essere amanti o fini conoscitori della lingua diffusa oltreoceano per comprendere il significato di una dichiarazione forte ma lucida, come detto altezzosa ma allo stesso tempo ragionata. James, evidentemente stanco alla fine della quinta incredibile battaglia fisica e mentale, prova così a caricarsi ancora una volta sulle spalle ogni compagno di squadra, ogni difetto e pregio di questa squadra, ogni responsabilità possibile. Gli elimination game sono il suo forte, è il suo terreno di caccia preferito, è quasi il suo habitat naturale, ammesso che gli alieni ne possiedano uno. Una semplice frase che scalda già, a 2 giorni di distanza, una delicatissima Gara 6. LeBron è carico, c’è, si vede e si fa sentire. Il problema principale è convincere gli altri a giocare con un Re che, al momento, è completamente senza sudditi e senza esercito.