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NBA FINALS MATCHUP - Bogut vs Mozgov

Continua la nostra marcia di avvicinamento alle Finals NBA 2015, che scatteranno stanotte, con il primo atto della sfida tra Cavs e Warriors, alla Oracle Arena. E continuiamo ad analizzare le sfide che caratterizzeranno questa serie. Come ribadito anche in altri luoghi, non sarà solamente il duello tra Curry e LeBron, oppure l’incontro tra i due rookie in panchina, Kerr e Blatt, a segnare questa sfida. Un peso specifico non indifferente, anzi forse decisivo, sarà ricoperto da coloro che non sono primi attori della scena, e che sgomiteranno per avere un posto nella storia del gioco. Stavolta, il nostro focus è puntato su un duello che andrà ad indirizzare, in un senso o nell’altro, la serie sotto le plance: parliamo di Andrew Bogut e Timofey Mozgov.

 

Tutta la grinta di Andrew Bogut (foto da: geeksandcleats.com)
Tutta la grinta di Andrew Bogut (foto da: geeksandcleats.com)

Cominciamo dal gigante australiano, nato a Melbourne il 28 Novembre 1984. Ciò che più risalta all’occhio, quando si ammirano i Warriors, è la bellezza e l’efficacia del loro gioco offensivo, micidiale in campo aperto e dal perimetro, un vero rebus per gli avversari, data la varietà di soluzioni. Abbagliati da questo aspetto del gioco dei Kerr Boys, si tende a dimenticare l’altra faccia della medaglia, ovvero la difesa. Favorito dalla possibilità di avere tanti giocatori che fanno della versatilità la loro arma migliore (Green su tutti), Kerr ha organizzato un sistema che consente ai suoi di cambiare velocemente sui blocchi, riuscendo ad essere lo stesso molto efficaci. Anche Bogut, tradizionalmente un grande difensore del canestro nel pitturato, si è adeguato, come quando in Gara-4 contro i Grizzlies, è stato messo su Allen, con esiti più che soddisfacenti. Ma, come detto, l’australiano rimane fortissimo sotto canestro: la sua presenza (oltre che bravura nel chiudere qualsiasi cosa passi dalle sue parti) incute timore, come si evince dal fatto che, con lui in campo, gli avversari tirino meno da sotto e con percentuali peggiori (51.6% a 62.2%). Dopo aver risolto i guai fisici che lo hanno limitato moltissimo negli ultimi anni e che hanno costretto Kerr, per buona parte della stagione, ad usarlo non con un minutaggio elevato (23.6 minuti in regular season), Bogut deve migliorare il suo impatto dall’altro lato del campo. Se a livello di rimbalzi, la media di 8.6 a partita può essere giudicata positivamente, quel che preoccupa sono i 5.3 punti di media tenuta finora, con ben tre partite su 5 nella serie con Houston chiuse a 0 punti. Ok che ci pensano, prima di tutto, Curry, Thompson e Green, oltre anche a Barnes, ma un suo maggior apporto in termini di punti, oltre alla solidità difensiva, potrebbe risultare decisivo in una serie che si preannuncia alquanto equilibrata.

 

Riuscirà Mozgov ad essere un fattore importante anche nelle Finals? (foto da: cbssports.com)
Riuscirà Mozgov ad essere un fattore importante anche nelle Finals? (foto da: cbssports.com)

Timofey Mozgov, invece, rappresenta una delle sorprese di questa stagione dei Cavaliers. Cresciuto ad alti livelli nel Khimki Mosca, Mozgov arriva in NBA all’inizio della stagione 2010-11, firmando un triennale con i Knicks. L’avventura nella Grande Mela dura lo spazio di pochi mesi poiché, il 21 Febbraio 2011 si trasferisce ai Denver Nuggets, nell’ambito della trade che porta Carmelo Anthony a New York. Dopo quasi quattro anni in Colorado, nei primi giorni del 2015 arriva il trasferimento che cambia la vita cestistica del giocatore russo, ovvero il trasferimento ai Cavs del trio James-Love-Irving, per incrementare profondità ed efficacia delle rotazioni di coach Blatt. Piano piano, Timo si inserisce nei meccanismi della nuova squadra, risultando importantissimo sia per far rifiatare Love sia partendo in quintetto, al punto da chiudere la regular season, limitatamente ai mesi a Cleveland, con 10.6 punti di media (59% dal campo) e 6.9 rimbalzi, in 25 minuti, le statistiche migliori dal suo approdo in NBA. Questi Playoff sono i secondi nella carriera di Mozgov, la cui prima volta in post season risale al 2011-12, quando i Nuggets furono eliminati al primo turno dai Lakers (3-4). Il nostro mise insieme, in 14.1 minuti, 4.0 punti (48% dal campo), 3.3 rimbalzi, 0.4 assist e 0.9 stoppate di media. Di tutt’altro tenore le statistiche attuali: oltre alle 14 presenze (sempre da titolare) per un totale di 25.6 minuti di utilizzo medio, abbiamo 9.1 punti (47.5% dal campo), 7.2 rimbalzi, 0.5 assist e 1.9 stoppate. L’infortunio di Love ha giocoforza aumentato le responsabilità gravanti sulle spalle del nativo di San Pietroburgo, il quale, però, è riuscito a trovare un’alchimia importante con un’altra sorpresa del roster di Cleveland, ovvero Tristan Thompson. In particolare contro Atlanta (10.8 punti, 56.7% dal campo, 7.5 reb in 26.5 minuti), il russo è riuscito a dare un contributo importante. Blatt, James e tutto l’ambiente dei Cavs si aspettano che Mozgov continui a migliorare anche nel momento decisivo, quello che decide tutta la stagione.

 

L’australiano da una parte, il russo dall’altra. Una sfida per il dominio dei tabelloni, che non avrà l’appeal e la visibilità delle mirabilie dei vari Curry, Lebron, Thompson e Irving, ma che potrà non di meno fare da ago della bilancia di tutta la serie.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone